Quali opportunità lavorative accompagnano la crisi energetica?
A cura di Flavia Dell’Ertole
L’indipendenza energetica è la sfida del nostro tempo, per questo occorre forza lavoro
Secondo quanto emerge dall’indagine di Hunters Group il periodo di crisi che stiamo affrontando porta con sé anche numerose sfide e opportunità di lavoro.
Come spiega Nunzia Sancineto, Area Manager della filiale Emiliana di Hunters Group: «la crisi che stiamo vivendo in questi mesi a causa del conflitto in Ucraina e delle relative conseguenze rafforza l’esigenza della progressiva autosufficienza energetica poiché, come abbiamo visto, importiamo il 38% del fabbisogno di metano da Mosca e questo, a lungo andare, potrebbe rappresentare un grosso problema. Il nostro Paese si sta già muovendo e sono iniziati, a Ravenna e a Piombino, i lavori per realizzare nuovi rigassificatori, dai quali sembrerebbe passare la strada per l’indipendenza dalla Russia che, oggi più che mai, diventa di fondamentale importanza. Al di là degli aspetti geo-politici, però, c’è un impatto notevole anche a livello di occupazione e che non possiamo certamente trascurare».
In Emilia Romagna una ripartenza all’occupazione arriverà con la nave che verrà ormeggiata all’interno del porto di Ravenna, una nave di stoccaggio e rigassificazione galleggiante con una capacità di circa 5 miliardi di metri cubi, un progetto che richiederà l’impiego di nuove figure professionali. Tra le figure più richieste: ingegneri, responsabili HSEQ, Electrical Engineer Cadet, Field Engineer
Nunzia Sancineto sottolinea: «ci sono ottime opportunità anche per i progettisti (meccanici, elettrici e civili) e specialisti di Project Control che continuano ad avere occasioni di carriera interessanti, anche dal punto di vista economico. Come nel resto d’Italia, infine, prosegue quella che potremmo definire l’emergenza ingegneri. Un’emergenza ormai fortemente radicata nel nostro Paese ma che, in realtà, avrebbe due possibili soluzioni: la prima riguarda le aziende che dovrebbero creare dei piani di rientro dei cervelli andati all’estero magari subito dopo la laurea e che, dopo qualche anno lontano da casa, desidererebbero tornare; la seconda, invece, riguarda coloro che hanno intrapreso percorsi accademici in discipline economiche e che difficilmente guardano a settori diversi da quello bancario. Fuori dai percorsi classici, però, le opportunità non mancano».
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