Logistica. Un boom da 140 miliardi di dollari nel 2030
Il mercato italiano è in salute, nonostante inflazione, crisi e guerre. Crescono anche le opportunità di lavoro. Si punta alla formazione.
Il mercato della logistica italiana continua a crescere, nonostante l’inflazione, le guerre e le crisi. Le previsioni indicano che in Europa potrebbe chiudere il 2024 con un fatturato leggermente superiore ai 1.000 miliardi di dollari, per poi superare i 1.200 miliardi nel 2029. Un settore decisamente florido, tanto che il governo italiano ha recentemente destinato 117 miliardi di dollari per sviluppare, entro il 2034, le infrastrutture dedicate al trasporto merci su rotaia e altri 5,8 miliardi per migliorare le infrastrutture portuali entro il 2026. Il mercato globale della logistica ha raggiunto 10,59 trilioni di dollari nel 2023, con una previsione di crescita a 18,35 trilioni entro il 2032.
Secondo i dati riportati da Mordor Intelligence, il valore del trasporto merci e della logistica in Italia arriverà a superare i 140 miliardi di dollari nel 2030 con un tasso di crescita annuo composto del 3,71% nel periodo 2024-2030. A fare da traino anche l’aumento delle vendite al dettaglio nel 2023 (+2,8% su base annua) con l’e-commerce cresciuto del 13% e arrivato a un valore di 47,7 miliardi di dollari. L’analisi sottolinea anche l’intenzione dell’Italia di spostare l’attenzione verso il trasporto merci su rotaia, investendo oltre 117 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni e approvando piani d’investimento per un valore di 5,8 miliardi di dollari per lo sviluppo delle infrastrutture portuali entro il 2026. Il comparto è atteso da molte novità nei prossimi anni, partendo dallo sviluppo di nuove tecnologie con l’intelligenza artificiale che sarà sempre più alleata delle aziende. Non sarà, però, dimenticato il lato umano, anzi le aziende dovranno impegnarsi ancora di più per essere attrattive e offrire rapporti di lavoro equi.
I motivi per sorridere non mancano visto che la logistica conto terzi ha mostrato un trend di crescita quasi ininterrotto dal 2009 a oggi, se nel 2009 il fatturato delle aziende di logistica italiane era di 71,2 miliardi di euro, nel 2023 tale cifra ha raggiunto 112 miliardi di euro con una crescita del 57%. Numeri che mostrano come le aziende di logistica siano un importante motore per il Paese. Un altro trend in crescita riguarda le aziende di produzione retail che si affidano a terzi per gestire i propri processi logistici. Era il 36,4% nel 2009 ed è arrivato al 45,3% nel 2021, dimostrando come per un’azienda sia sempre più importante il ruolo dei fornitori logistici. C’è infine da sottolineare l’ampliamento del mix di servizi offerti dai fornitori logistici che si estende fino a comprendere attività tradizionalmente considerate esterne al perimetro della logistica come ad esempio la gestione delle scorte e il servizio clienti integrato.
Un capitolo a parte merita invece il tema dell’innovazione tecnologica che è sempre più presente nel settore e può supportare le aziende nell’affrontare la sfida portata dall’aumento dei costi dei fattori produttivi. Si stanno sviluppando nuove tecnologie in grado, ad esempio, di prevedere grazie all’intelligenza artificiale la variazione della domanda e amministrare l’inventario, di gestire gli spazi in un magazzino in maniera dinamica. Ma non è tutto: vengono introdotti algoritmi che permettono di valorizzare i lavoratori e ottimizzare i carichi.
In chiave sostenibilità si guarda invece al routing, trovando le modalità per raggiungere un cliente con il minor impatto ambientale, e cresce l’attenzione al packaging che è diventato uno degli elementi chiave sia per la qualità del prodotto sia per l’impatto sull’ambiente. Si punta ad avere imballi riutilizzabili e riciclabili che occupano sempre meno spazio. Anche la sostenibilità sociale è un tema che va tenuto in grande considerazione, innovazione e digitalizzazione coinvolgono in prima persona il personale della logistica. Emerge l’importanza di instaurare un dialogo diretto con gli operatori e, quando possibile, coinvolgere il personale operativo già nelle fasi di progettazione e sviluppo.
Ecco allora quali sono le sette sfide che dovrà affrontare il settore:
- Digitalizzazione dei processi e Ia: permettono di automatizzare compiti, migliorare rotte e tracciabilità ottimizzando processi e supply chain.
- Green Logistics: dal riuscire a sfruttare al meglio l’intermodalità al rinnovo del parco mezzi, fino a un packaging attento all’ambiente.
- Attrattività: manca personale al settore della logistica che deve saper attrarre lavoratori con stipendi adeguati e condizioni di lavoro eque.
- Aggiornamento delle infrastrutture: è urgente per aumentare l’efficienza, la competitività e la sostenibilità del settore
- Semplificazione e uniformità: con la necessità di regole e leggi uguali in tutte le regioni che non complichino il lavoro ad imprenditori, manager e lavoratori
- Rapporto con i lavoratori: c’è bisogno di maggior dialogo e i lavoratori devono sentirsi più ingaggiate e tutelate.
- Flessibilità e collaborazione: la logistica deve essere flessibile nonostante il mondo del lavoro si stia irrigidendo. Serve collaborazione tra clienti e fornitori.
Crescono del 10% le opportunità di lavoro
Un settore che richiede competenze sempre più qualificate e offre interessanti opportunità di carriera, in Italia e all’estero. Le maggiori occasioni sono legate soprattutto ai due aspetti chiave che stanno rivoluzionando il settore (la digitalizzazione e la sostenibilità), ma non mancano richieste per professionisti che hanno esperienze in ambiti più tradizionali. «In Italia e più in generale in quasi tutta l’Europa – spiega Luca Franchitti, Senior Consultant divisione Sales & Marketing di Hunters Group – il settore della logistica continua ad avere un ruolo chiave e sembra risentire molto meno della crisi che, invece, affligge altri ambiti. Automazione e digitalizzazione saranno la chiave per il successo di quella che potremmo chiamare logistica 4.0 che, naturalmente, dovrà contare su professionisti specializzati, capaci di rendere più efficienti i processi, minimizzare gli errori e garantire alti livelli di performance. Dai dati del nostro osservatorio emerge un quadro piuttosto interessante: +10% di richieste per coloro che operano in ambito commerciale e per gli operativi import/export».
I key account sono professionisti commerciali chiamati a gestire e implementare le relazioni con aziende di grandi dimensioni, affiancandole nella scelta delle migliori soluzioni per rispondere a tutte le esigenze di logistica e movimentazione delle merci. Lo stipendio, per questi professionisti, è molto interessante e può arrivare, a seconda degli anni di esperienza e della tipologia di azienda, anche a 70-80 mila euro lordi all’anno.
Gli operativi import/export si occupano di coordinare, gestire e monitorare l’andamento di tutte le spedizioni (verso il nostro Paese o verso l’estero). Sono responsabili, inoltre, dell’adempimento di tutte le pratiche burocratiche ed amministrative necessarie per portare a destinazione la merce. La retribuzione annua lorda si aggira tra i 30mila e i 45mila euro, a seconda della seniority e della complessità del ruolo.
«Ci sono enormi opportunità di sviluppo e di crescita per aziende e lavoratori – dichiara Franchitti – ma non mancheranno almeno tre sfide: lo sviluppo di nuove tecnologie, che sarà un grande alleato per tutti gli operatori che sapranno trovare, nei lavoratori, le giuste competenze; il rispetto dei parametri Esg che richiederà alle aziende di tutelare la sostenibilità ambientale, sociale e di governance; la necessità di creare sistemi informatici, per tutte le aziende che operano in questo settore, sempre più sicuri e meno violabili. Rimanere al passo in un settore che, più di molti altri, cambia velocemente sarà l’unico modo per essere competitivi e non perdere importanti occasioni di lavoro e di business».
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