
Logistica, cresce la domanda di professionisti: +10% in Italia
Il settore della logistica e dei trasporti è uno tra i più dinamici del panorama economico italiano
Lo dimostra la notevole capacità di adattamento malgrado le tensioni geopolitiche e le incertezze economiche internazionali. Secondo un’indagine condotta da Hunters Group, le richieste di personale qualificato sono aumentate del 10% nel corso dell’ultimo anno.
A trainare la crescita è soprattutto la ricerca di figure professionali capaci di affrontare la crescente complessità del settore, con una particolare attenzione rivolta alla digitalizzazione dei processi e alla sostenibilità ambientale. Le aziende restano tuttavia interessate anche ai profili operativi della logistica più tradizionale, a conferma di un comparto che evolve senza perdere di vista le sue basi operative.
«In Italia – spiega Luca Franchitti, responsabile per logistica e trasporti di Hunters Group – questo comparto sta vivendo un periodo di forte attenzione professionale, molto più rispetto ad altri settori. Le dinamiche globali hanno alterato i flussi delle merci, creando una domanda crescente di risorse qualificate in grado di gestire scenari sempre più articolati. Le opportunità per professionisti esperti sono aumentate del 10%, secondo le rilevazioni del nostro osservatorio, a testimonianza di un mercato in continua evoluzione dove l’efficienza operativa è sempre più centrale».
Tra le figure professionali più richieste emergono tre profili chiave. Il primo è quello del responsabile commerciale per le spedizioni internazionali, figura incaricata di sviluppare vendite e relazioni commerciali, con una retribuzione media annua compresa tra i 45.000 e i 50.000 euro lordi.
Seguono gli operatori specializzati in import-export, che coordinano le spedizioni via terra, mare o aerea, con stipendi tra i 30.000 e i 40.000 euro.
Chiude il quadro lo specialista logistico, incaricato di ottimizzare i flussi e garantire la puntualità delle consegne, con una retribuzione media compresa tra i 35.000 e i 45.000 euro.
Il settore, sottolinea Franchitti, è sempre più interessato a profili in grado di interfacciarsi con i sistemi informativi e interpretare i dati, in un contesto dove la digitalizzazione è ormai un requisito imprescindibile. «Non si tratta più di una prospettiva a lungo termine – osserva – ma di una necessità operativa concreta. Le aziende che investono in tecnologie, oggi, sono quelle che riescono a rispondere meglio alla crescente complessità del mercato».
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