L’intelligenza artificiale ci ruberà il lavoro? Assolutamente no!
Secondo l’Osservatorio di Hunters Group le opportunità di lavoro aumenteranno del 10% grazie all’Intelligenza Artificiale. Ecco i professionisti più richiesti dalle aziende
L’Intelligenza artificiale ci ruberà il lavoro?
Il dibattito su come l’intelligenza artificiale stia influenzando e influenzerà il mondo del lavoro continua a essere centrale al giorno d’oggi: l’intelligenza artificiale crea o distrugge posti di lavoro? Si può affermare che l’AI non causerà una disoccupazione generalizzata, anzi ci saranno nuove opportunità di lavoro.
Nuove opportunità di lavoro grazie all’AI
“Questa rivoluzione, – commenta Silvia Movio, Director di Hunters, brand di Hunters Group, società di ricerca e selezione di personale altamente qualificato – come spesso è accaduto con altre novità, spaventa molti lavoratori, ma la realtà è decisamente diversa e, per certi versi, più confortante: l’AI genererà nuove opportunità di lavoro per coloro che sapranno aggiornare le proprie competenze. Io credo, infatti, che il vero problema del mercato del lavoro dei prossimi anni sarà il mismatch, ovvero la mancanza di allineamento tra persone in cerca di un’occupazione e i posti vacanti e per colmare questa distanza dovremo necessariamente riqualificare la forza lavoro e puntare moltissimo sulla formazione”.
Secondo l’Osservatorio di Hunters Group, le opportunità di lavoro aumenteranno del 10% grazie all’Intelligenza Artificiale. In particolare, nei prossimi mesi le aziende saranno particolarmente interessate a professionisti come AI Engineer, AI Architect, data scientist e machine learning engineer.
AI Architect
L’AI architect, come un architetto tradizionale, supervisiona il processo di creazione dei sistemi, inoltre, è il responsabile della pianificazione e dello sviluppo delle infrastrutture che permettono alle varie tecnologie di dialogare tra loro. Le posizioni entry level percepiscono uno stipendio di 35.000 euro annui, i professionisti con più esperienza, invece, guadagnano fino a 65.000 euro all’anno.
Data scientist
Il Data scientist analizza dati complessi per sviluppare progetti legati all’intelligenza artificiale. Spesso si occupa anche di creare modelli predittivi che aiutino a prendere decisioni di business consapevoli. In Italia, la retribuzione media per questi professionisti è di 35.000 euro all’anno. Le posizioni entry level percepiscono uno stipendio di 30.600 euro all’anno, mentre i lavoratori con più esperienza guadagnano fino a 60.000 euro all’anno.
Machine learning engineer
Il machine learning engineer implementa e gestisce modelli di machine learning in produzione, trasformandoli in un sistema di produzione attivo. Questi professionisti hanno competenze molto simili agli ingegneri del software. Le posizioni entry level guadagnano 35.000 euro annui, mentre i lavoratori più esperti possono arrivare a 60.000 euro.
Un apprendimento continuo per restare competitivi
“Il settore – aggiunge Silvia Movio – è in rapida e costante evoluzione; quindi, avere le competenze giuste sarà fondamentale per non perdere importanti occasioni professionali. Avere conoscenze in ambito tecnologico e solide basi di programmazione è indispensabile, ma non ci si potrà fermare qui: i candidati dovranno rimanere aggiornati sugli sviluppi tecnologici e sui nuovi algoritmi che sono in costante mutamento. Aspiranti e professionisti consolidati devono essere aperti all’apprendimento continuo per restare competitivi. L’IA offre opportunità in diversi settori industriali, ma richiede impegno nel miglioramento delle competenze. Non solo competenze tecniche occorre allenare anche le soft skills: resilienza e adattabilità saranno fondamentali tanto quanto il ragionamento etico, essenziale per garantire che i sistemi IA siano progettati e utilizzati in modo responsabile, tenendo conto del loro potenziale impatto sociale”.
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