Lavorare in una start up o in una multinazionale?
Quali elementi considerare prima di accettare un contratto da due realtà così differenti. I consigli di JHunters.
Multinazionale o start up? Meglio accettare un lavoro in una grande azienda, già molto famosa, o è meglio puntare su una piccola realtà, magari appena nata? Sono domande a cui qualche candidato può essere chiamato a rispondere prima di accettare una nuova offerta di lavoro. Per aiutare i talenti nella scelta, JHunters – società di selezione personale del gruppo Hunters Group – ha chiesto il parere del suo Director, Emanuele Franza. “Non esiste la risposta giusta a questa domanda, che è davvero molto complessa e che richiede valutazioni accurate a seconda delle persone e dei singoli casi”, ammette il manager a capo della società specializzata in ricerca e selezione di giovani ad alto potenziale. “In generale, consiglio di fare un’attenta e approfondita analisi delle aspettative per capire se sia più importante la crescita professionale, ad esempio, o se si abbia necessità di una retribuzione più alta: una realtà più strutturata offre, solitamente, stipendi più competitivi, mentre all’interno di una start up è possibile fare carriera più velocemente perché si tratta di organizzazioni con livelli gerarchici piatti”.
Quali sono, in linea generale, i vantaggi e gli svantaggi di lavorare in una startup? Il primo è sicuramente l’ambiente, solitamente giovane, dinamico e con una gerarchia più snella. Di solito, inoltre, i team sono ridotti e c’è quindi la possibilità di ricoprire più ruoli e operare in più ambiti, ampliando il panel delle proprie competenze. Start up, molto spesso, è sinonimo di flessibilità e dinamicità. Dall’altro lato, però, meno risorse possono portare a maggiori carichi di lavoro e questo è un aspetto che va tenuto in considerazione quando si valuta una nuova opportunità professionale.
E le multinazionali? Le realtà più strutturate garantiscono una maggiore solidità finanziaria, la possibilità di lavorare con manager con maggiore esperienza da cui apprendere e una certa notorietà del brand che, sicuramente, avrà un certo peso all’interno di un cv o su un biglietto da visita. Avere un gran numero di dipendenti, però, può significare anche maggiore competizione e più difficoltà nel fare carriera e assumere maggiori responsabilità.
“Dobbiamo sempre tenere presente”, conclude Franza, “che non tutte le start up sono destinate a diventare Facebook, ma questo non vuol dire che lavorare in una piccola realtà, magari proprio all’inizio della sua avventura, non possa essere utile per lo sviluppo futuro della propria carriera, anzi. È un modo, ad esempio, per avere una visione più ampia del lavoro (lontano dalle logiche dei singoli dipartimenti o team), per avere maggiori responsabilità ed autonomia o ricoprire, in minor tempo rispetto a contesti più strutturati, posizioni più senior”.
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