Cultura del saper fare? Sì, grazie.

Riflettendo sull’anno appena trascorso ho osservato che sempre più frequente è la focalizzazione e la discussione in fase di selezione sul percorso di studi del candidato in esame, talvolta anche a discapito del percorso lavorativo.  Se un criterio di selezione fondamentale sui neodiplomati e neolaureati è il background scolastico oltre alle soft skill, innate o potenziali, debitamente allineate alle esigenze intrinseche nel ruolo, lo stesso non si può dire nell’ambito del middle management.

Ad eccezione di quei ruoli dove il titolo di studi è condizione sine qua non per lo svolgimento della mansione (chi mai si farebbe operare chirurgicamente da un laureato in Sociologia? e chi andrebbe in tribunale essendo supportato in processo da un Perito Informatico?), devo ammettere che durante la mia carriera professionale non rari sono stati i casi di ragionieri nel ruolo di Capo Cantiere, piuttosto che di Progettisti Meccanici in possesso del solo diploma di Perito Meccanico, o ancora di Programmatori PHP laureati in Filosofia se non di Project Manager che non avessero conseguito la laurea in Ingegneria o Economia. Professionisti, questi, che hanno fatto del proprio background lavorativo una vera e propria “scuola di lavoro”.

La valorizzazione del percorso professionale, indipendentemente dal titolo di studi conseguito, merita quindi una riflessione ad hoc. Se il background formativo determina in parte la forma mentis del candidato, quante nozioni tecniche e competenze trasversali si possono maturare in 5/10 anni di esperienza lavorativa? E quanto queste possono influire sullo sviluppo della professionalità e dell’approccio al lavoro del candidato? La domanda rimane aperta.

Sulla falsa riga di questa osservazione, Hunters Group promuove oggi la scelta di candidati che dimostrano competenze al di là del background scolastico; basti pensare che tra le fila dei nostri consulenti, al pari delle mansioni esercitate, si annoverano laureati in psicologia tanto quanto in economia, professionisti con il titolo di filosofi tanto quanto di esperti in marketing strategico.

Per questo 2019 diamoci un buon proposito e poniamo quindi rinnovata fiducia nell’unica protagonista del nostro lavoro e delle aziende: la persona.

Promuoviamo la cultura del saper fare.