Condizioni al contorno… per modo di dire!
Sicuramente alcuni dei soft skills più apprezzati e importanti in un processo di selezione sia da headhunter che dalle aziende sono la concretezza e la decisione. Avere chiaro quali sono i motivi che ti spingono a valutare una nuova opportunità professionale e essere concreti con le persone che ti stanno intervistando fornisce una dimostrazione di queste skills.
Ci sono invece persone che partecipano ad iter di selezione ma che in realtà (in cuor loro) non sono effetivamente intenzionate a cambiare. Non hanno motivazioni forti ma sono principalmente interessate all’aspetto economico dell’opportunità di cambiamento. Questa potrebbe comunque essere una motivazione piuttosto logica e concreta. Nel momento in cui non ci si trova nella condizione di dover necessariamente trovare un nuovo lavoro è auspicabile che il futuro datore di lavoro, quello che ti propone di lasciare la strada vecchia per la nuova, ti stimoli con una proposta di aumento.
Il problema sorge nel momento in cui il candidato non dice esplicitamente in fase di colloquio che la sua motivazione principale al cambiamento è quella economica (il che è altrettanto comprensibile per dare una immagine di se sbagliata). Questo si traduce in quattro o cinque colloqui, due mesi di selezione e un’azienda convinta di aver trovato la persona giusta per poi scoprire che l’aspettativa economica della persona è completamente fuori mercato e che la persona stessa decide di rimanere dov’è.
Il mio consiglio è chiarirsi con l’headhunter o con la società di recruitment fin dall’inizio su questi aspetti. Il consulente che ovviamente dovrebbe essere un esperto nell’ambito del mercato del lavoro può sicuramente consigliarvi su cosa aspettarsi in un cambio di professione nonché su come impostare al meglio una trattativa con il futuro potenziale datore di lavoro.