Intelligenza artificiale, le big tech investono miliardi per il suo sviluppo
Se pensavamo di aver visto tutto o pensato tutto in termini di intelligenza artificiale, evidentemente sbagliavamo.
Dal suo lancio nel novembre dello scorso anno, ChatGPT è diventato un fenomeno inarrestabile. Essenzialmente un chatbot, il programma di intelligenza artificiale può sfornare risposte alle domande grandi e piccole della vita e redigere saggi universitari, storie di fantasia e persino lettere per proposte di lavoro.
In milioni nelle ultime settimane hanno fatto domande a ChatGPT che fa del suo meglio per rispondere, a meno che non sappia che non può. Le risposte sono scritte in modo sicuro e scorrevole, anche se a volte sono clamorosamente errate. Il programma è l’ultimo emerso da OpenAI, un laboratorio di ricerca in California, e si basa su una precedente intelligenza artificiale del gruppo, chiamata GPT-3.
Conosciuta nel settore come Large Language Model o LLM, l’intelligenza artificiale viene alimentata da centinaia di miliardi di parole sotto forma di libri, conversazioni e articoli web, da cui costruisce un modello, basato sulla probabilità statistica, delle parole e delle frasi che tendono a seguire qualunque testo sia venuto prima.
ChatGPT è talmente appetibile che ha già attirato gli occhi e i denari di Microsoft. L’azienda ha dichiarato che sta facendo un investimento “pluriennale e multimiliardario” da 10 miliardi di dollari in OpenAI, il laboratorio di intelligenza artificiale con sede a San Francisco dietro il chatbot sperimentale.
Microsoft aveva già investito oltre 3 miliardi di dollari in OpenAI e il nuovo accordo è una chiara indicazione dell’importanza dell’intelligenza artificiale per il futuro di Microsoft e la sua concorrenza con altre grandi aziende tecnologiche come Google, Meta e Apple. Andremo verso un mondo in cui le macchine intelligenti sostituiranno gli esseri umani?
Secondo un sondaggio di Hunters Group, che ha coinvolto in Italia circa 800 candidati, emerge che solo il 15% ritiene che strumenti come ChatGPT possano sostituirsi completamente agli esseri umani per alcune mansioni lavorative. Il 40,5%, invece, non lo ritiene possibile per nulla, perché considera insostituibile il valore aggiunto della persona nell’ambito lavorativo.
Il restante 44,5%, ovvero la maggioranza degli intervistati, sostiene che in parte queste novità tecnologiche potranno influire positivamente su alcune professioni per come le conosciamo oggi, magari ottimizzando le attività.
I consistenti investimenti delle Big Tech sull’intelligenza artificiale dimostrano che, sebbene non ci sarà a breve una totale sostituzione, le macchine saranno sempre più integrate nella vita e nelle azioni degli esseri umani.
E questo solleva non pochi interrogativi di tipo etico. Che cosa saranno in grado di fare le macchine? Fino a dove saranno in grado di spingersi? Per ora si limitano a rispondere intelligentemente sulla cultura, la filosofia, ma cosa accadrà quando saranno in grado di agire?
E poi, chi controllerà l’intelligenza artificiale? I fiumi di denaro che le multinazionali tecnologiche stanno investendo lasciano pochi dubbi su chi detterà legge in materia.
Il mondo del futuro sarà un luogo dove uomini e macchine saranno sempre più indistinguibili, oppure, rievocando non pochi film distopici e apocalittici, sarà un luogo in cui gli esseri umani, e quello che di naturale in loro rimane, dovranno difendersi per non estinguersi?
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