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15 Giugno 2019

Il meraviglioso grande frullatore della consulenza

Nel mercato globale, le società si imbattono in continui cambiamenti che non possono più essere affrontati con le sole risorse interne. Più grande è il business e più sono complesse le strutture interne che devono essere gestite: IT, regolamentari, potenziamento di processi e via dicendo. I consulenti offrono pertanto la possibilità di migliorare i propri processi, senza dover far crescere la struttura interna.

Per far fronte a richieste sempre più specialistiche, le società di consulenza portano a bordo consulenti con competenze verticali sui vari settori e sempre più spesso preferiscono affidare la ricerca di questi profili alle società di Head Hunting.

Spesso infatti questi profili sono difficili da rintracciare, non solo “fisicamente”, dato che i consulenti sono spesso in trasferta dal cliente, anche all’estero, ma soprattutto perché devono possedere una conoscenza specifica del settore e conoscere la normativa di riferimento (che si tratti di energy, banking o telecomunicazioni il consulente deve possedere una conoscenza del settore molto puntuale e la selezione verrà fatta approfondendo questi specifici aspetti). Inoltre oltre all’inglese, spesso il consulente deve conoscere almeno un’altra lingua straniera.

Lavorare all’interno di una società di consulenza è sicuramente sfidante anche da un punto di vista personale: trasferte lunghe, progetti impegnativi, 12 ore di lavoro consecutive. La curva d’apprendimento per i primi 3 anni è un continuo crescere, mentre nella maggior parte dei casi nei successivi anni si rimane fissi sugli stessi progetti che a lungo andare risultano poco stimolanti. Inoltre negli ultimi anni, le macro-divisione di seniority (analyst, consultant, senior consultant, manager, senior manager) risultano meno definite in termini di crescita.

Questi scaglioni delineano inoltre a grandi linee quelli che sono i livelli retributivi: da entry-level fino a 2-3 anni di esperienza arriviamo fino a 33.000 euro, dai 3 ai 7 anni di esperienza arriviamo fino ai 50.000 €, mentre per livelli superiori i pacchetti retributivi iniziano a comprendere anche una parte di variabile in funzione dei risultati commerciali portati nel corso dell’anno.

La motivazione al cambiamento per un consulente, verso un’altra società di consulenza, è soprattutto dato dalla qualità dell’ambiente lavorativo e dal tipo di progetto: molto spesso si è abbandonati dai clienti senza aver nessun riferimento dai propri manager/partner. Le progettualità che si potrebbero seguire in un cambiamento di società sono un punto forte per far leva sulla motivazione dei candidati, in molti casi interessati ai clienti o al progetto innovativo. Il consulente che invece cambia per una società finale cerca motivazioni più personali: vuole essere parte attiva all’interno di un’azienda e non solo un fornitore di servizio.

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