Il lavoro in carcere aiuta l’inclusione
Solo una minima parte dei quasi 60mila detenuti (il 5,4%) partecipa a programmi di formazione professionale. Sebbene il tasso di recidiva scenda al 2% per chi impara un mestiere
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Al via la collaborazione tra Hunters Group (società di ricerca e personale altamente qualificato) e Seconda Chance (l’associazione che fa da ponte tra carceri e aziende e cerca opportunità lavorative per i detenuti). Nei giorni scorsi, è stato organizzato un primo Career Day nel penitenziario di Bollate (Milano)– che ha coinvolto Hunters Group e due aziende – per aiutare i detenuti a reinserirsi nel mondo del lavoro, anche sfruttando la legge Smuraglia che offre agevolazioni fiscali a chi assume e che, aspetto ancora più importante, consente ai detenuti di avere una concreta opportunità lavorativa al di fuori delle mura del penitenziario, proprio come un qualsiasi altro dipendente. Mentre sono stati assunti sette detenuti di Rebibbia (Roma) che – completato con successo il percorso di formazione della durata di oltre 160 ore – sono entrati nelle squadre di Sirti e del consorzio Open Fiber Network Solutions come addetti per le attività di giunzione di fibra ottica per le infrastrutture di rete in Italia.
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Sportello Italia del 06/10/2023
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