Il colloquio in costume da bagno?
Tutti noi siamo presenti su Linkedin e spesso veniamo contattati da persone che non fanno parte della nostra cerchia: candidati che stanno valutando il mercato, possibili clienti, possibili fornitori.
La mail che arriva da Linkedin è semplice: Foto, nome e cognome, ruolo, azienda, località.
Troppo spesso però ci si dimentica di non essere su un social qualunque ma su una piattaforma che ha come obiettivo il network professionale. E allora è un fiorire di selfie, foto alle feste, foto al mare, foto trattate…insomma l’impressione che ho è che i candidati dimentichino che linkedin è spesso uno dei primi modi in cui l’azienda li vedrà e li percepirà. Non sto parlando solo di candidati neolaureati, ma anche di professionisti con diversi anni di esperienza alle spalle, che utilizzano per esempio Linkedin per creare nuove opportunità di lavoro.
Ripensiamo alla mail che arriva da Linkedin: foto…ecco, se non curiamo anche quell’ aspetto, è più probabile che il nostro interlocutore non abbia voglia di aggiungerci e di proseguire la conversazione.
Curare la nostra presenza in rete è sempre più importante. Ho portato l’esempio della foto perché è quella più evidente, ma tutta l’attività che facciamo in rete andrà a comporre il mosaico di chi siamo, e quindi non solo la foto di linkedin, ma anche i video e foto che carichiamo su altre piattaforme.
Per riprendere l’esempio del titolo, a nessuno verrebbe in mente di presentarsi in costume da bagno a un colloquio o a un incontro di lavoro. Perché allora ritenere che invece online questo sia possibile?
Prendersi cura della propria reputazione online diventa sempre più importante e tutto quello che scriviamo e pubblichiamo a nostro nome andrà a comporre la nostra reputazione online. Prenderci cura del nostra personal branding diventa quindi un’esigenza imprescindibile.
Siamo convinti che non tutti debbano necessariamente essere visibili. Ma quando questo avviene si deve porre attenzione a quello che si scrive e come lo si scrive. Sembra spesso invece che le persone ritengano che esistano due vite una reale e una virtuale, mentre deve essere chiaro che i social, e in particolare quelli professionali, sono solo uno dei canali attraverso il quale ci facciamo conoscere. E dobbiamo occuparci della nostra reputazione online esattamente come facciamo con quella offline.