Energy manager più centrali per il business grazie alle competenze digitali
Un report di Hunters Group evidenzia come la qualifica vera e propria di Energy manager sia più diffusa tra i professionisti con alcuni anni di anzianità alle spalle
Padronanza delle tecnologie digitali, ma anche capacità di utilizzarle in contesti organizzativi complessi per servire gli obiettivi di business aziendali: questa la sfida del futuro per gli energy manager italiani, secondo uno studio di Hunters Group condotto da Davide Cambianica, Federica Latino, Roberto Albanese e Santina Sammito. Una professione che, come abbiamo avuto modo di raccontare nel recente passato, appare in crescita: la richiesta del mercato di questi professionisti è in costante aumento e, secondo i dati elaborati dall’Osservatorio di Hunters Group, ci si aspetta una ulteriore crescita della domanda del 16% nei prossimi 12 mesi. L‘analisi, che ha preso in esame i curricula di 5.000 profili professionali al cui interno compare il termine Energy Manager, evidenzia alcuni aspetti significativi: nel 48% dei casi si tratta di candidati over 46, nel 37% di candidati con un’età compresa tra i 36 e i 45 anni e solo nel 15% dei profili junior, tra i 26 e i 35 anni. Gli Energy Manager, insomma, sono soprattutto professionisti con parecchi anni di lavoro alle spalle, tanto da lavorare perlopiù in Big Corporate (60%), piuttosto che nelle PMI (30%) o in startup o micro-aziende (10%).
Eppure, qualche difficoltà nella istituzionalizzazione della professione emerge dall’indagine: ad esempio, dei 5.000 profili analizzati, inoltre, solo il 55% ha come job title Energy Manager. Gli altri professionisti, invece, hanno ruoli legati al Project Management, al Facility Management, e all’Operation o Procurement Management. In particolare, l’ottenimento della carica “ufficiale” sembra essere legato a un avanzamento di carriera: la maggioranza del campione appartenenti alle fascia d’età over 46 e 36-45, ovvero il 55%, ricopre la posizione di Energy Manager all’interno dell’impresa in cui opera. Al contrario, nella fascia di età 26-35 il dato scende ad appena il 3%: la restante parte ricopre cariche quali consulente, analista e ingegnere, nonostante si occupino nella propria quotidianità (anche) di energy management.
Le competenze dell’energy manager
La ricerca di Hunters Group si focalizza anche su un altro aspetto molto importante, quello delle competenze dell’Energy Manager: l’85% del campione possiede un background tecnico, come ad esempio ingegneria meccanica, elettrica, ambientale ovvero si tratta di periti termotecnici o geometri.
Altro aspetto da considerare è la padronanza delle conoscenze hardware, che appare limitato al lato teorico negli energy manager più giovani, che magari non hanno ancora avuto modo di mettere le mani sugli impianti. Un problema opposto si riscontra per i professionisti con più di 46 anni: solo il 15% è aggiornato sulle nuove tecnologie. L’85% possiede un background tecnico (e.g. ingegnere meccanico/elettrico/ambientale) e conosce bene impianti di cogenerazione/trigenerazione ma molto meno tecnologie quali fotovoltaico, eolico e idrogeno, che invece la fascia intermedia di professionisti già padroneggia.
Per quanto riguarda invece le competenze lato software, gli energy manager affermano di conoscere soluzioni come ERP, Strumenti energetici a livello di monitoraggio e simulazione e Matlab. Meno diffusa appare la padronanza di software più legati all’ambito industriale, come SCADA/MES: soltanto il 40% del campione totale conosce queste tecnologie. Più in prospettiva, secondo Hunters Group, la sfida professionale che investe questa importante funzione aziendale non è solo riferita all’aggiornamento digitale e tecnologico, ma riguarda sempre più la sua integrazione a pieno titolo all’interno di strutture organizzative complesse. L’energy manager, in altre parole, dovrebbe diventare un ruolo sempre più vicino alle strategie di business piuttosto che essere relegato a una posizione di ottimizzatore delle risorse energetiche dell’azienda. In questo senso, gli Energy Manager devono aprirsi alle soluzioni Digital, così da avere a disposizione gli strumenti e le competenze giuste per avvicinarsi al business, potendo padroneggiare l’elaborazione e l’interpretazione del dato.
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