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25 Settembre 2024

Crescono le opportunità, ma non si trova personale

Sono quasi 70mila i profili irreperibili. Aumenta l’occupazione giovanile che, con 140mila occupati in più nei servizi di alloggio e ristorazione, ha registrato un incremento del 23,7%

Il turismo si conferma uno dei motori dell’economia italiana, con un giro d’affari che si aggira intorno ai 223 miliardi di euro, anche dal punto di vista occupazionale. Sono 538mila i lavoratori ricercati dalle imprese a settembre, con un contratto a tempo determinato superiore a un mese o a tempo indeterminato. Le previsioni occupazionali del Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, mostrano un incremento di 7mila unità rispetto a quanto programmato a settembre 2023 (+1,3%), mentre per il trimestre settembre-novembre 2024 le assunzioni previste superano di poco 1,4 milioni, restando pressoché stabili rispetto all’analogo periodo del 2023 (+0,1%). A trainare la crescita prevista per il mese in corso è il settore dei servizi: 386mila i contratti programmati (+3,9% rispetto a 12 mesi fa), e oltre un milione nel trimestre, con l’apporto determinante per la crescita occupazionale proveniente dalle imprese turistiche (+21,4% a settembre) e da quelle commerciali (+25,4%).

Ma ad aumentare è anche la difficoltà delle imprese a reperire gli addetti alle attività di ristorazione, le figure centrali del comparto. Sono quasi 70mila i profili irreperibili(52,8% delle assunzioni previste) rispetto ai 24mila circa del 2019 (23,7%). Il comparto turistico è infatti uno dei settori più colpiti dal mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Sono le previsioni sull’andamento delle assunzioni programmate dalle aziende per gli addetti alle attività di ristorazione, su dati Istat, della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, contenute nel rapporto Il lavoro nel turismo, tra boom e irreperibilità dei profili, che mette in luce la difficoltà crescente delle imprese che ha portato a triplicare il numero dei profili irreperibili nel giro di pochi anni. Nel 2023, le imprese del settore hanno ricercato principalmente camerieri (quasi 400mila assunzioni effettuate, di cui 52,3% con difficoltà di reperimento), cuochi in alberghi e ristoranti (230.870 assunzioni, di cui 55,4% con difficoltà) e baristi (142.830, di cui 43,6% con difficoltà). A seguire, gli addetti alla preparazione, cottura e distribuzione di cibi (53mila), personale non qualificato addetto alla pulizia dei servizi di alloggio (circa 50mila) e addetti all’accoglienza nei servizi di alloggio e ristorazione (45mila). Tra le figure più difficili da reperire sul mercato, i responsabili di piccole aziende del comparto (68,8%), i tecnici della produzione e preparazione alimentare (65,7%), pasticceri, gelatai e conservieri (57,7%) e tecnici della produzione servizi (54,6%).

Secondo i risultati della ricerca Occupazione e mismatch nel turismo e nel terziario, svolta dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, il settore del commercio e del turismo avrà bisogno di 760mila nuovi occupati entro il 2027. Un problema che già ora colpisce le imprese del turismo con il 47% che fatica a trovare personale a causa del disallineamento tra le competenze richieste e quelle possedute dai candidati. Emerge inoltre che le principali figure richieste sono addetto al front office, cameriere di sala, portiere di notte e cameriere ai piani con la maggior parte dei candidati nelle aree operative che ha un’esperienza inferiore a due anni.

Le opportunità nell’ospitalità e il boom dell’occupazione giovanile

Il settore dei servizi di alloggio e ristorazione ha registrato un importante incremento di occupati, passando da un milione e 405mila occupati del 2022 a un milione e 511mila del 2023. L’eccezionale crescita dei flussi turistici negli ultimi due anni ha permesso al settore più colpito dalla pandemia di recuperare e superare i livelli pre-Covid. Rispetto al 2019, l’occupazione nei servizi di alloggio e ristorazione ha segnato un incremento maggiore (+3,8%) rispetto a quella media (+2%). È stato il Nord Italia a beneficiare maggiormente di questo positivo andamento e, in particolare, il Nord Est che ha visto aumentare del 13,2% il bacino occupazionale. Più contenuti i risultati del Centro (+4,7%) e del Sud Italia (+4,3%). A crescere è soprattutto il lavoro dipendente (+8,3%) che assorbe gran parte della nuova occupazione, mentre il lavoro autonomo mostra minore dinamicità, con un incremento del 5,6%. L’occupazione cresce più tra le donne (+7,9%) che tra gli uomini (+7,2%), mentre a livello di età, la fascia che ingrossa maggiormente le fila, è quella centrale, tra i 25 e i 49 anni, dove l’occupazione aumenta di oltre 70mila unità per una crescita dell’8,9%. E nel confronto con gli altri Paesi europei, l’Italia spicca per intensità della crescita (quella media del settore è stata del 4,8%), insieme ad altre realtà, come Portogallo (+12,4%), Slovacchia (+12,8%), Lituania (+8,6%) e Germania (+8,2%) che nel 2023 hanno registrato rilevanti incrementi occupazionali.

È il turismo a trainare la crescita dell’occupazione giovanile che, con 140mila occupati in più nei servizi di alloggio e ristorazione, ha registrato un incremento del 23,7%. A seguire, i settori della salute e assistenza (+10,1%) e dell’informazione e comunicazione (+20,3%). Da evidenziare anche le buone prestazioni delle attività artistiche, sportive e di divertimento che, con un saldo di 37mila occupati in più, hanno registrato un incremento del 32,1%. A fronte di queste positive dinamiche, non va trascurato come la questione giovanile nel nostro Paese resti un’emergenza. È indicativo che l’Italia risulti tra i Paesi europei dove i giovani fanno meno esperienze di lavoro durante gli studi. Solo il 22,4% dei giovani di età compresa tra i 20 e 34 anni dichiarano di aver lavorato durante il percorso di studi contro valori molto più elevati nei Paesi Bassi (72,3%), Germania (68%) e Austria (64,4%). È soprattutto l’ingresso tardivo nel mercato del lavoro a condizionare le chance di inserimento e crescita nel mercato del lavoro. Ridurre i tempi di ingresso, favorendo maggiormente la combinazione di esperienze formative e professionali, è un obiettivo prioritario per colmare un divario che nemmeno i buoni risultati degli ultimi anni sono riusciti a diminuire in modo significativo.

«Il nostro Paese – spiega Silvia Vitale, area manager della sede di Roma di Hunters Group – si conferma una delle mete preferite dai nostri connazionali e anche dai turisti stranieri che, dopo aver visitato le nostre città nei mesi scorsi, sono pronti a recarsi nei luoghi di villeggiatura più famosi, al mare o in montagna. Ma non dobbiamo pensare che le opportunità professionali si limitino al settore dell’hospitality, anzi. Dobbiamo considerare tutto quello che ruota intorno a questo settore, come per esempio diverse attività commerciali, dai bar ai ristoranti, che offriranno grandi opportunità di lavoro e carriera».

Tra le maggiori opportunità si segnalano:

Restaurant Manager: coordina tutte le operazioni che avvengono all’interno del ristorante supervisionando lo staff e interagendo con la clientela. Si occupa anche della pianificazione settimanale e della reportistica, rendendosi disponibile ad essere operativo in sala in caso di necessità. Lo stipendio medio per un profilo con almeno cinque anni di esperienza è di circa 38-40mila euro lordi annui.

Bar Manager: organizza e controlla la qualità dei servizi erogati dal bar; non solo coordina lo staff, ma gestisce il magazzino e si occupa dell’analisi dei costi. Ricopre anche mansioni di tipo operativo se richiesto. La retribuzione annua media si aggira intorno ai 38mila euro per un profilo con almeno cinque anni di esperienza.

Front Office Agent: si occupa dell’accoglienza e dell’assistenza del cliente presso la struttura ricettiva. Ha una funzione strategica in quanto rappresenta il primo contatto tra clienti e struttura. Un profilo junior ha una retribuzione tra i 22mila e i 25mila euro, mentre un profilo senior tra i 28mila-30mila euro.

 

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