Cercasi Manager italiani disposti a volare all’estero
Secondo una ricerca di Hunters Group sono aumentate del 30% le richieste di profili soprattutto per Germania, Stati Uniti, Canada e India. Le richieste arrivano dalle aziende italiane che aprono filiali all’estero perché la globalizzazione ha spinto anche le PMI a spingersi fuori dai confini nazionali.
In un mercato sempre più globale e con confini sempre meno netti tra i vari Stati, anche le aziende italiane hanno iniziato ad avvertire la necessità di aprire stabilimenti o filiali all’estero. Dopo i grandi gruppi e le aziende che per via del proprio business sono quasi obbligate ad avere un presidio fuori dall’Italia (pensiamo, ad esempio, all’oil&gas, all’impiantistica o al settore construction), anche le piccole e medie imprese negli ultimi tempi hanno cominciato a guardare con maggiore interesse a nuovi mercati. Fino a poco tempo fa questo veniva effettuato solamente tramite una rete di agenti. Nell’ultimo biennio questa presenza è diventata più strutturata, con interi team di professionisti italiani mandati ad aprire, gestire e guidare filiali o stabilimenti fuori dall’Italia.
“Da qualche tempo – dichiara Joelle Gallesi, Sales & Operation Director di Hunters Group – assistiamo a un aumento significativo di richieste, anche da parte di aziende di piccole e medie dimensioni, di candidati italiani che vogliano trasferirsi all’estero e lavorare presso le filiali negli Stati Uniti, in Canada, in Nord Africa, in Africa Subsahariana, in Centro America o in India. I settori che offrono maggiori opportunità, in questo momento, sono l’oil&gas, l’energy e il manufacturing, ma non mancano occasioni anche in settori nuovi come ad esempio luxury o consulting”.