Carcere e lavoro, una strada per colmare il gap di competenze presenti sul mercato
La società di ricerca e selezione di personale altamente qualificato, già molto attiva in termini di D&I, ha “rivoluzionato” la legge Smuraglia e ha assunto, da qualche mese, un detenuto in un ruolo impiegatizio e altamente qualificato.
Una seconda possibilità vera, un percorso di carriera concreto e ben definito, un’opportunità di crescita reale all’interno di un’azienda e un ruolo impiegatizio. Potremmo riassumere così quello che sta facendo, da circa un mese, Hunters Group – società di ricerca e selezione di personale altamente qualificato – con Alessio, un giovane di 27 anni che da quasi un decennio è detenuto all’interno di un carcere milanese e che, grazie alla legge Smuraglia, ha finalmente avuto un’occasione per mettersi alla prova e per dimostrare che, nonostante un reato grave, il reinserimento sociale passa anche attraverso il lavoro. E non si tratta soltanto di un’ipotesi, i numeri, infatti, lo confermano: su 18.654 detenuti che hanno avuto la possibilità di un inserimento professionale il numero di coloro che tornano a commettere un reato è al 2%, contro una media che sfiora il 70% (Fonte dati Cnel).
“Quando abbiamo incontrato Alessio e intrapreso, come accade per tutti gli altri lavoratori, l’iter di selezione – spiega Joelle Gallesi, Managing Director di Hunters Group – abbiamo subito capito che ci trovavamo di fronte ad un ragazzo pieno di voglia di fare, di imparare e di mettersi alla prova. Crediamo fortemente nelle seconde occasioni e, per questo, abbiamo deciso di testarlo su tre attività che, per la nostra azienda, sono fondamentali: la ricerca e selezione, lo sviluppo commerciale e il recupero crediti. Dopo un naturale periodo di normale assestamento, abbiamo visto enormi progressi e abbiamo capito che anche Alessio poteva fare la differenza per noi e per le aziende e i candidati con cui giornalmente entriamo in contatto. Dare un’opportunità di lavoro ai detenuti è importante per la loro vita fuori dal carcere ed è per questo che abbiamo scelto di fare un passo in più e provare a fare davvero la differenza, offrendogli un lavoro qualificato e stimolante e costruendo un percorso di carriera ad hoc che mettesse in risalto le sue competenze, allenate anche all’interno delle mura del carcere. Alessio ha una spiccata empatia, riesce a leggere le persone (dote fondamentale per chi si relazione con le persone), ha grande rispetto per i ruoli e le gerarchie e una capacità di risolvere i problemi fuori dal comune. Siamo molto contenti di avergli dato questa occasione e speriamo che in futuro molte più aziende capiscano quanto sia importante, per un reinserimento in società vero, offrire opportunità di lavoro che siano davvero in linea con il percorso scolastico o accademico di questi ragazzi. Non solo, formare adeguatamente queste persone permette anche di sopperire al gap di competenze presenti sul mercato del lavoro”.
Un approccio D&I davvero a 360 gradi che abbraccia, in tutte le sue forme, la diversità comprendendo anche la detenzione. Si tratta di un’ulteriore occasione per riflettere su quanto sia cruciale, in ogni processo di selezione, valutare talento e competenze e lasciar fuori i bias che tutti ci portiamo dietro. Riscattarsi attraverso il lavoro, avere una reale prospettiva di crescita professionale (e personale) e colmare il gap di competenze attualmente esistente sul mercato: queste i due aspetti chiave dell’inserimento in azienda di un detenuto per il reinserimento nella società.
Breve bio di Alessio. 27 anni, diploma in ragioneria e percorso di laurea in Economia iniziato in carcere e quasi concluso. Dopo un’esperienza come manutentore, Alessio ha deciso di lasciare il suo vecchio lavoro, nel quale non riusciva ad esprimere totalmente il suo potenziale, per iniziare a lavorare in Hunters Group.
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