Cacciatori di teste più social ma vince il rapporto personale
Fumagalli (Hunters Group): «Forte richiesta di profili specializzati, quindi anche gli head hunters ora sono molto di più»
I social network che ampliano le possibilità di contatto, i software di videoconferenza per i colloqui, le nuove esigenze dei candidati all’insegna del work-life balance. Sono tanti i fattori che stanno cambiando volto alla professione di cacciatore di teste.
«Fino a qualche anno fa si trattava di tutt’altro mestiere: si chiamava in azienda celando la propria identità per entrare in contatto con un potenziale comunicato, si fissava il primo colloquio nei ritagli di tempo concessi dall’ufficio. Oggi il primo contatto in genere si crea tramite social network e il primo colloquio è via telefono o video», racconta Lorenzo Cattelani, Managing Director Italia di Reverse.
Questo comporta la necessità di nuove competenze per i professionisti del settore. «Occorrono capacità molto più approfondite per cogliere le sfumature della controparte, a cominciare dall’analisi del tono della voce», aggiunge. Per poi sottolineare come sia in corso uno spostamento degli equilibri. «Per profili Stem, in primis informatici e ingegneri, la richiesta delle aziende è di gran lunga superiore al numero di professionisti disponibili sul mercato, così sono questi ultimi a scegliere e dettare le condizioni», sottolinea Cattelani.
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Roberto Fumagalli, che per Hunters Group lavora come Area Manager di Padova, segnala che nel Nordest «vi è una forte richiesta di profili specializzati e di conseguenza la figura dell’head hunter si è adattata a questa esplosione aumentando anch’essa di numero». Oltre che cambiando volto: «Oggi per emergere occorre essere smart, digitali e costantemente aggiornati». Il più grande cambiamento nella modalità di lavoro di questa figura, infatti, è dipeso dall’avvento della tecnologia: le nuove forme di comunicazione hanno reso possibile una riduzione dei tempi nell’individuare la risorsa più indicata e una maggiore possibilità di raggiungere i candidati e potenziali clienti. «I social network oggi possono essere un aiuto per mettere in comunicazione le parti interessate (datore di lavoro, head hunter, candidato), ma nella professione dell’Head Hunter la qualità e il rapporto umano sono ancora tratti distintivi e imprescindibili per una buona riuscita della selezione», sottolinea Fumagalli.
In sostanza si tratta di lavorare come un artigiano che confeziona un servizio su misura del cliente.
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