Ai e medici: una collaborazione contro la fuga dal pianeta sanità?
Meno di 6 secondi e 10 giorni, una lotta impari tra Ai e medici. Sono questi i tempi impiegati dalle piattaforme di intelligenza artificiale e da un operatore umano per eseguire un audit clinico. Una differenza abissale che conferma, ancora di più, quanto uomo e macchina possano lavorare bene insieme e rendere più efficiente (in termini di riduzione di costi e di tempi) un settore che – oggi più che mai – può combattere contro la fuga dei medici, tempi di attesa sempre più lunghi e risorse sempre più scarse.
Un mercato che, a livello globale, raggiunge stime considerevoli. Per il valore economico dell’Ai in sanità si calcola che, entro il 2030, il mercato mondiale dell’intelligenza artificiale nel settore sanitario arriverà a toccare quota 188 miliardi di dollari. Da sottolineare, inoltre, una grande riduzione dei costi legati alle riammissioni che ammontano a 16 miliardi di dollari e un monitoraggio più efficiente nelle terapie intensive, con un risparmio di circa 320mila dollari per singolo posto letto.
Ai e medici possono “collaborare”, quindi? “L’intelligenza artificiale – precisa Silvia Movio, Director di Hunters, brand di Hunters Group, società di ricerca e selezione di personale altamente qualificato – ha un potenziale enorme in sanità. Basti pensare, ad esempio, alla possibilità di ottenere informazioni puntuali e veloci, ma anche di effettuare analisi e comparazioni, osservando tempestivamente eventuali problemi o incoerenze. Non solo: l’Ai potrebbe eliminare più dell’80% degli errori e, potenzialmente, salvare più di 200mila vite ogni anno. Questo, inevitabilmente, ha anche un risvolto in termini di opportunità professionale, in particolare per figure come l’analista di dati sanitari, conosciuto anche come l’healthcare data analyst, oppure l’esperto di deep learning”.
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