Il capo è troppo giovane e i colleghi anziani? Le 5 regole per un ufficio multigenerazionale
Selezione del personale
Una ricetta per tutti i campi e per tutte le generazioni. Nell’ambito lavorativo non mancano oggi i casi di colleghi e collaboratori che si ritrovano a condividere progetti e obiettivi pur facendo parte di generazioni differenti e con una mentalità, anche professionale, legata a tempi e scuole di pensiero diverse. Se poi il manager è anche più giovane di chi dipende da lui, la collaborazione deve necessariamente andare oltre i pregiudizi. Siccome non è né facile né immediato trovare rapidamente il migliore assetto ed equilibrio per tutti, Hunters Group, società di ricerca e gestione del personale, ha iniziato a cercare delle soluzioni per le difficoltà che può incontrare un team cosiddetto “multi-generazionale“, in modo da ridurre le naturali distanze e rendere la dimensione professionale più armonica e produttiva.
Differenze da superare
Recentemente molte realtà lavorative hanno iniziato a far convergere generazioni differenti di dipendenti, favorendo occasioni di incontro formali e informali. Solo così possono svilupparsi conoscenza e collaborazione senza pregiudizi. Come cultura del lavoro, i punti di partenza possono infatti essere diversi. Per i più giovani svolgere i propri compiti in minor tempo è un fattore di merito, mentre chi è avanti con l’età è ancora convinto che lavorare più tempo equivalga parallelamente a un aumento della produzione. Al contrario, sono i meno giovani a essere più disposti a rapporti e interazioni che vadano oltre la dimensione propriamente lavorativa, mentre per la nuova generazione l’utilizzo della tecnologia e la flessibilità delle gerarchie sono fattori ormai assodati, diversamente da chi lavora da un maggior numero di anni.
Leader giovane
Maggiori rischi di coesione del team tendono a presentarsi quando a capo di un team vi è un giovane manager, volendo anche under30, che si trova l’arduo compito di coordinare colleghi molto più grandi di lui e con più anni di esperienza. «Capita molto più spesso di quanto si possa immaginare», ha dichiarato Emanuele Franza, Director di JHunters, brand di Hunters Group. «Grazie a una realtà lavorativa sempre più digitale, ai giovani sono state aperte maggiori opportunità di far carriera in breve tempo, ma in questi casi è importante che si crei un rapporto di totale fiducia e collaborazione, affinché giovani e lavoratori più navigati possano apprendere reciprocamente le competenze degli altri, da una parte l’esperienza e dall’altra i nuovi strumenti».
I suggerimenti
Sulla base della nuova dimensione dei team professionali, conviene tenere in mente alcune linee guida elaborate dagli esperti:
- Meglio evitare cambiamenti repentini per chi da anni ha lavorato sempre allo stesso modo;
- Non dimenticare la differenza d’età, valorizzando le differenze e non appianandole;
- Tenere in considerazione le esperienze di tutti, ognuno secondo il proprio background, anche nel rispetto dei propri ruoli;
- Evitare ribaltamenti nella gerarchia diversi dalle posizioni preposte;
- Un comportamento che aiuta sempre a rinforzare la squadra, costruendo nuovi legami, è quello di chiedere pareri e a volte anche aiuto ai colleghi, perché il lavoro in team passa molto dalla coesione dei singoli, anche ai fini del risultato. Solo in questo modo sarà incentivata la dimensione empatica della vita professionale, perché tenendo in considerazione le qualità di tutti ci si potrà meglio muovere verso un obiettivo comune.
→ Leggi l’articolo su Il Corriere della Sera
Leggi anche:
I consigli. Ecco come ridurre lo stress da riunioni virtuali
Il change management passa anche attraverso il networking
Specialisti IT in fuga dalle metropoli boom in provincia dei lavori digitali