Hunters Group: il change management passa anche attraverso il networking
Il vero successo si ha quando si fa squadra, tra imprese diverse, tra professionisti e tra dipendenti di una stessa azienda
La pandemia ha cambiato radicalmente anche il nostro modo di entrare in relazione con le persone a livello professionale. E’ diventato molto difficile, soprattutto nell’ultimo anno, entrare in relazione con potenziali nuovi clienti o partner. Ma anche in epoca di distanziamento sociale, il networking è fondamentale e non può, in nessun caso, essere trascurato o considerato un’attività da fare nei ritagli di tempo.
“Le sfide degli ultimi anni, tra industria 4.0, digital transformation e soprattutto pandemia da Covid-19 – racconta Joelle Gallesi, Managing Director di Hunters Group, società di ricerca e selezione di personale qualificato – hanno portato tutte le aziende a riflettere seriamente sull’organizzazione lavorativa e sulla necessità di introdurre azioni di change management. Parliamo quasi quotidianamente, di smart working ma quasi nessuno si è posto un problema ben più ampio: la costruzione di quello che potremmo definire smart management. Vivere l’innovazione organizzativa oggi significa comprendere davvero come non esista nulla di più statico e fermo del ruolo aziendale che, soprattutto a livello manageriale, necessita di un ripensamento e dello sviluppo di relazioni. Innovazione oggi è anche un po’ un ritorno alle origini, alla modalità di creare network positivi, che permettano di mettere a fattor comune idee e proposte, al fine di risolvere rapidamente problemi complessi e mai vissuti fino ad ora dalla organizzazione. I manager oggi vivono in un contesto nuovo, come i piloti accodati dietro ad una “safety car”: siamo tutti allo stesso livello, non più distanziati dal brand aziendale. Questa presa di coscienza a mio avviso offre un potenziale enorme a chi vive nel settore HR e può introdurre nuovi modelli organizzativi”.
Lo sviluppo di un proficuo networking aziendale diventa una chiave di innovazione, che presenta il vantaggio di sviluppare le potenzialità del capitale umano e ottimizzare l’intera organizzazione senza riforme imposte e/o calate top down, bensì attraverso un graduale processo di evoluzione interna che nasce dal basso, a seguito di una convinta adesione di tutte le risorse coinvolte.La prospettiva di assumere il networking come leva del change management promuove lo sviluppo e il rafforzamento dell’intera organizzazione, dando vita a una comunità professionale nella quale si costruisce lo sviluppo delle conoscenze intellettuali, delle nuove tecnologie, la condivisione dei saperi e delle esperienze. Con un obiettivo ben preciso: la valorizzazione del capitale umano.
“Stiamo assistendo – aggiunge Omar Mandosi, responsabile corporate di Anas international Enterprice – ad un cambio epocale: ora non chiediamo più alle nostre risorse di portare avanti il proprio lavoro fino al punto in cui inizia l’area di competenza del proprio collega (come fossimo all’interno di una catena di montaggio), ma ad una logica diversa dove per raggiungere obiettivi altamente performanti, è richiesto che l’iperspecializzazione venga associata ad una visione sistemica all’interno di una rete di relazioni e dove il dialogo con le altre funzioni è imprescindibile ed indispensabile. Se ragioniamo in questo modo, diventa più chiara la richiesta di profili con spiccate competenze soft e capaci di cogliere e valorizzare le relazioni”.
Networking e smart management ben si conciliano con la rivoluzione digitale che stiamo vivendo nella nostra epoca, e che ha ricevuto nuovi stimoli anche a causa della recente pandemia.
Rispetto a tali fattori, che hanno imposto una profonda revisione del modo di concepire le organizzazioni aziendali, emergono alcune linee di intervento che ogni manager, professionista o dipendente dovrebbero perseguire nell’ottica di un change management che coniughi networking, smart management e cultura digitale:
- Promuovere l’utilizzo dei “social Network”, con l’intento di aumentare la visibilità dei singoli;
- Costruire e alimentare la propria rete LinkedIn: inviti, commenti, condivisione di post di interesse specifico;
- Organizzare/partecipare/invitare/segnalare incontri o riunioni in presenza, su tematiche professionali di potenziale interesse della sua “rete”;
- Organizzare/partecipare/inviare/segnalare incontri/riunioni “sincroni” a distanza (esempi attuali: 8.30 Caffè su Teams, incontro di 30 minuti a invito).
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