Carewashing: quello che le aziende dicono ma non fanno per il benessere
a cura di Lucia Medri
Evitare il carewashing e impegnarsi concretamente per promuovere il benessere dei dipendenti è fondamentale. I consigli di Hunters Group.
Cos’è il carewashing? Il fenomeno descrive la discrepanza tra la retorica aziendale sul benessere e la reale esperienza dei dipendenti. Le aziende dicono ma non fanno e questo genera insoddisfazione. Hunters Group, società di ricerca e selezione di personale altamente qualificato, propone il suo punto di vista.
5 consigli utili alle aziende per evitare il carewashing:
Ascolto attivo: creare canali di comunicazione aperti e onesti, dove i dipendenti possano esprimere le loro esigenze e preoccupazioni. Sondaggi anonimi e incontri regolari possono facilitare questo processo.
Creazione di politiche reali: non servono grandi dichiarazioni, ma azioni concrete che possano migliorare la vita delle persone in azienda come, ad esempio, programmi di assistenza ai dipendenti, orari flessibili e opportunità di formazione continua.
Formazione continua: investire nella formazione dei manager e dei responsabili di team affinché comprendano l’importanza del benessere dei dipendenti e siano in grado di supportarli attivamente tutti i giorni. Un buon leader, infatti, può fare la differenza nella creazione di un ambiente di lavoro positivo o negativo.
Valutazione e monitoraggio dei risultati: stabilire indicatori chiari di performance per monitorare l’efficacia delle iniziative di benessere e fate aggiustamenti basati sui feedback dei dipendenti li aiuterà a capire che si tratta di un impegno concreto e non solo di grandi slogan.
“Il benessere dei dipendenti – afferma Davide Boati, Senior Executive Director di Hunters Group, società di ricerca e selezione di personale altamente qualificato – è diventato un tema sempre più importante per le aziende e per i lavoratori ed è su questo tema che si stanno concentrando molti sforzi perché le persone non sono più disposte a negoziare sulla loro salute, fisica e mentale. Spesso, però, c’è un divario tra le intenzioni dei datori di lavoro (che in qualche caso, dobbiamo ammetterlo, sono solo di facciata) e le reali politiche messe in atto su questo fronte: orari flessibili, lavoro ibrido e iniziative sostenibili sono alcuni degli elementi che vengono citati come esempi di welfare ma che, nella vita professionale di tutti i giorni, in realtà non trovano applicazione. Il risultato di questa discrepanza che viene definita carewashing è uno: delusione, insoddisfazione, stress e ansia che hanno un impatto anche sulla produttività e sul business”.
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