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17 Giugno 2024

Automotive e AI: nuove opportunità di lavoro nel settore delle automobili del futuro

L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando anche l’industria automobilistica: design più bello, efficienza energetica e maggiore sicurezza alla guida. Servono, però, le giuste competenze.

Auto a guida autonoma, veicoli volanti e connected car. Sono queste alcune delle ipotesi che si citano quando si parla delle automobili del futuro. Lasciando da parte la fantasia, però, ci sono alcuni elementi che, indubbiamente, caratterizzeranno il settore automotive nei prossimi anni: tecnologia, efficienza e sostenibilità.

“L’industria automobilistica – spiega Davide Cambianica Manager di Hunters Group, società di ricerca e selezione di personale altamente qualificato – è certamente una delle più interessanti e dinamiche dal punto di vista tecnologico. Nel corso degli ultimi anni, l’AI e l’analisi predittiva hanno assunto un ruolo sempre più cruciale anche in questo ambito. Riuscire ad analizzare una grande quantità di dati, infatti, fornisce informazioni importantissime relative, ad esempio, alle performance dei veicoli, alle tendenze di mercato e alla capacità di prevenire problemi e guasti. Tutto questo ha un impatto notevole anche dal punto di vista occupazionale che, mai come in questo momento, è alla ricerca di professionisti qualificati in ambiti tecnologici altamente specializzati”.

AI e automotive, le infinite opportunità (anche) di lavoro. Grazie all’uso di algoritmi avanzati è possibile simulare e analizzare migliaia di varianti di design in tempi rapidissimi e prevedere, ad esempio, come la forma di un veicolo possa influenzare il consumo di carburante o l’uso della batteria fornendo agli ingegneri una serie di dati preziosissimi per creare modelli più efficienti da tutti i punti di vista. Non solo, c’è un innegabile aumento dei livelli di sicurezza grazie a tutte le informazioni che si possono recepire dai crash test o da tutte le altre simulazioni e che consentono, in caso di necessità, di intervenire sulle criticità.

Le figure più ricercate sono: profili specializzati nella ricerca e sviluppo (R&D) ed il software developer, data la particolare importanza della parte IT. Queste due figure hanno posizionamenti retributivi differenti in base al tipo di seniority.

Un R&D specialist con un massimo 2 anni di esperienza ha una RAL media di 28.000 € lordi all’anno, mentre un profilo più strutturato, come può essere un R&D manager con almeno 7 anni di esperienza, ha una retribuzione annua lorda media di circa 55.000 €.

Chi si occupa di R&D ha un ruolo altamente strategico per le aziende perché funge da responsabile per il coordinamento delle attività di ricerca, sviluppo ed innovazione di una società. Un aspetto estremamente importante considerando il periodo storico che sta vivendo il settore automotive.

Un software developer con circa 1 anno di esperienza può guadagnare circa 30.000 € lordi all’anno, mentre una figura Senior con circa 6 – 7 anni di esperienza può raggiungere i 50.000 € esclusi eventuali bonus, premi risultato o commissioni. Ha la responsabilità di progettare, sviluppare e testare software collaborando con il team di ingegneri e fornendo supporto tecnico durante le installazioni e la messa in servizio.

L’AI è, inoltre, un elemento cruciale nel promuovere la sostenibilità in un settore che, da sempre, è considerato uno dei più inquinanti perché consente di produrre veicoli sempre più ecologici: attraverso analisi avanzate e simulazioni è possibile costruire motori più efficienti che riducono il consumo di carburante e delle batterie, ma anche le emissioni. La produzione di veicoli meno inquinanti non farà perdere migliaia di posti di lavoro. Dallo studio condotto da Motus-E (associazione che promuove i trasporti elettrici) e dal Cami, Center for Automotive and Mobility Innovation si evince che oltre 2.400 aziende italiane che producono componenti per auto, con più di 280mila addetti, avranno un aumento degli occupati del 6% nel 2030, grazie alla crescente diffusione dei veicoli elettrici. Considerando che entro il 2035 tutte le auto vendute in Europa dovranno essere ad emissione zero le aziende dovranno essere in grado di soddisfare la domanda del consumatore, non solo considerando la produzione della componentistica delle autovetture, ma soprattutto dando importanza all’assistenza ed ai servizi post vendita.

I ruoli come il service manager, il service engineer, il manutentore meccanico, elettrico ed elettronico saranno quelli più ricercati. Il service manager è solitamente un professionista con circa 10 anni di esperienza nel settore ed è responsabile di tutto il dipartimento Service dell’azienda. Oltre ad un importante competenza tecnica, possiede un’ottima competenza manageriale. A livello economico è un profilo che si posiziona verso i vertici dell’azienda, percependo di media una RAL intorno ai 70.000 €.

“La strada – conclude Davide Cambianica – ormai è segnata. Il settore automobilistico continua ad essere in grande fermento, nonostante le oggettive difficoltà. La vera sfida, per i lavoratori, sarà adeguare costantemente le proprie competenze per non perdere le numerose opportunità che questo ambito offre”.

 

 

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