Case green significa anche nuovi posti di lavoro: 375mila nel settore energia e sostenibilità
Secondo le stime di Bankitalia, la spinta alla transizione energetica edilizia allargherà alla creazione di circa 375mila posti di lavoro. E, secondo Hunters Group, “Vedremo, nei prossimi due anni, un aumento dell’8% di figure professionali specializzate sul settore di riferimento”.
La direttiva europea sulle case green non ha come effetto solo i “mal di pancia” per i proprietari degli immobili, ma anche una spinta forte al mercato del lavoro (con un occhio di riguardo alle figure specializzate).
Secondo le stime della Banca d’Italia, il numero dei posti di lavoro che si creeranno nei prossimi 24 mesi, soprattutto nei settori costruzioni, digitale e green sarà pari a circa 375mila unità (ammesso, sempre, che il settore dell’edilizia regga il colpo del Superbonus). Ma andiamo con ordine.
Direttiva case green e lavoro: un binomio da osservare
Ovviamente, si tratta di previsioni e non è nulla di certo. Ma cerchiamo di comprendere di cosa stiamo parlando.
Nei giorni scorsi la commissione per l’industria, la ricerca e l’energia dell’Europarlamento ha dato il via libera alla proposta di revisione della direttiva sulle performance energetiche degli edifici e il testo approvato in commissione recita più o meno così: gli edifici residenziali (di tutti i 27 Paesi membri) dovranno raggiungere una classe di prestazione energetica minima di tipo E entro il 2030 e di tipo D entro il 2033.
Una mozione che – nei fatti – si traduce come “inapplicabile” in un Paese ad ampia concentrazione edilizia-residenziale come l’Italia: lo stesso Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto ha, più volte, affermato che “Sulla direttiva Ue ‘case green’ “si tratta di capire qual è la caratteristica Paese e la tempistica e la modalità delle azioni. Noi, come governo, ci siamo anche per dire che per noi non va bene il modello proposto dalla direttiva Ue: non possiamo portare tre milioni di case a fare un salto di due classi energetiche, dalla G, entro il 2030 o 2033. Non abbiamo le imprese in grado di permetterselo. Bisognerà trovare un punto di mediazione ma faremo valere le nostre ragioni”.
Orbene, nel mentre, si è unito anche il marasma creato nel settore dell’edilizia con il taglio alla cessione dei crediti del Superbonus 110%: secondo le stime di Unimpresa, significa mettere in pericolo più di 25mila PMI del settore, con un taglio di circa 130 mila posti di lavoro.
Una situazione non rosea, che potrebbe cozzare con le previsioni di Bankitalia sulla questione “case green“. Ma ponendo il caso che, in fin dei conti, alla fine “vada tutto bene”, secondo le prospettive il comparto Construction (edilizia e ingegneria specializzata) vedrà nel suo anno di picco (ovvero il 2025) un’occupazione aggiuntiva di oltre 95mila unità (+10% rispetto al 2019); nell’ambito della programmazione informatica si stimano, invece, per il 2024 oltre 27mila nuovi occupati (+7,59% rispetto 2019), mentre nella produzione di computer, elettronica e ottica si supereranno i 12mila occupati nel 2025; nel settore ricerca e sviluppo, invece, si registreranno più di 16mila occupati in più (+15% circa rispetto ai dati pre-pandemia).
Questo perché, spiega Federica Cavagliano, Manager della divisione tecnica di Hunters, brand di Hunters Group (società di ricerca e selezione di personale qualificato),
“La direttiva UE sulle case green comporterà la necessità di migliorare l’efficienza energetica degli immobili e questo, ovviamente, si tradurrà in un aumento della richiesta di professionisti che siano in grado, concretamente, di rendere i nostri edifici più green.
Vedremo, nei prossimi due anni, un aumento dell’8% di figure professionali specializzate sul settore di riferimento. Siamo ancora ben lontani da un testo definitivo, ma sicuramente andremo in questa direzione e sarà necessario, soprattutto per le aziende che operano in ambito costruzioni, energy e digitale, portare a bordo professionisti altamente qualificati che siano in grado di rendere gli edifici sempre meno energivori, con conseguente riduzione delle emissioni inquinanti”.
Quali sono le professioni che si svilupperanno insieme alle case green?
Veniamo dunque al tema centrale dell’articolo. Quali sono le professioni che si svilupperanno insieme alle così dette “case green”? Secondo Hunters Group, vedremo l’introduzione di:
- Expert in Buildings’ Energy Performance.
Questa figura, con laurea magistrale in discipline come architettura, ingegneria, scienze ambientali o equivalenti (con particolare attenzione alle prestazioni energetiche degli edifici/sostenibilità negli edifici), conduce e gestisce progetti in relazione al rendimento energetico negli edifici, dalla concettualizzazione al completamento, compresa la garanzia e il controllo della qualità.
In particolare, si occupa dei seguenti segmenti: decarbonizzazione del riscaldamento e del raffreddamento, pianificazione integrata per la decarbonizzazione a lungo termine, strategie, strumenti politici e programmi di finanziamento per aumentare il rinnovamento, verifica e gestione dei finanziamenti per gli edifici: investimento socialmente responsabile (SRI), rischio e asset relativi alla transizione climatica, metriche ESG (ambientali, sociali e di governance) e asset management.
Questa figura ha un background tecnico sugli aspetti di implementazione della direttiva EPBD, EED e RED, ha familiarità con le politiche energetiche e climatiche dell’UE e degli Stati membri ed esperienza in aspetti tecnici legati all’edilizia (come tecnologie di riscaldamento a basse emissioni di carbonio, BIM, monitoraggio delle prestazioni). La RAL di riferimento per professionisti all’interno di PMI è di € 45.000 lordi/anno, all’interno di aziende Corporate, invece, è di € 50.000 lordi/anno.
- Energy Efficiency Engineer for Building Digital Service.
Questa figura professionale, con laurea in Ingegneria Energetica, guida la fornitura di servizi digitali supervisionando, analizzando ed elaborando i dati dall’edificio assistendo nella generazione e gestione di un supporto di servizi digitali altamente qualificato e ad aumentare la comprensione e la percezione del valore delle capacità digitali di RSS al fine di comprendere le esigenze dei clienti e supportarli con accurati servizi digitali di consulenza, soprattutto quelli legati all’efficienza energetica e alla loro implementazione.
Per questo ruolo sono necessarie una comprovata esperienza nei sistemi di automazione degli edifici, la conoscenza approfondita di HVAC e la comprensione dell’analisi dei dati di costruzione, come il rilevamento e la diagnostica dei guasti. La RAL per questa figura all’interno di una PMI è di € 35.000 lordi/anno, e di € 40.000 lordi/anno all’interno di un’azienda corporate.
- Smart Buildings Digital Go to Market Manager.
È il responsabile della definizione delle strategie Go to Market per il business di riferimento. Si occupa di qualificare le esigenze dei clienti e coinvolgerli in iniziative digitali e partnership strategiche a lungo termine. Posiziona la proposta di valore verticalizzata e le roadmap digitali, identificando le tendenze del settore e i punti critici rilevanti, prescrivendo la roadmap digitale.
Questa figura ha una laurea in ingegneria, oppure economia aziendale, informatica e innovazione (o istruzione simile) e ha maturato diversi anni di esperienza professionale nella vendita di soluzioni e servizi digitali a clienti del settore B2B. Una buona conoscenza dei mercati degli edifici intelligenti. Inoltre, ha familiarità con architetture Edge to Cloud, piattaforme IoT, automazione degli edifici, convergenza IT/OT e integrazioni di sistema, con concetti di mercato digitale e creazione di ecosistemi digitali. La sua RAL è di € 50.000 lordi/anno nelle PMI e di € 55.000 lordi/anno in aziende corporate.
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