Lavoro: Hunters Group, assumere una persona sbagliata può costare il 30% in più
Siamo sicuri che le numerose aziende che dichiarano di non trovare personale stiano cercando nel modo corretto e stiano sfruttando tutti i canali a disposizione?
Siamo sicuri che adempiere a tutti gli obblighi di legge in fatto di quote rosa o categorie protette sia sinonimo di inclusività?
E, ancora, siamo certi di riuscire a individuare le corrette e reali competenze di ogni candidato? Purtroppo, nella maggior parte dei casi, la risposta a questi quesiti è quasi sempre ‘no’, perché ci sono una serie di bias e pregiudizi che è veramente complicato (se non impossibile) eliminare quando si cerca il talento nelle figure professionali. A sostenerlo è Hunters Group, società di ricerca e selezione di personale qualificato, secondo cui assumere la risorsa sbagliata può essere molto costoso, in termini economici, di tempo e di energie: infatti, commettere un errore di questo genere potrebbe addirittura costare un 30% in più a cui si rischia di dover sommare, ad esempio, il mancato rinnovo di un contratto, la perdita di un cliente o un danno reputazionale.
La D&I non è ancora attualità nella gran parte dei percorsi di selezione odierni, sia nelle piccole che nelle medio-grandi aziende, ed è spesso legata ad azioni di marketing e branding più che alla ricerca del valore nelle persone, come spiega Laura Pino, Key Account Manager di JHunters, brand di Hunters Group, società di ricerca e selezione di personale qualificato: “Nessuno può dichiararsi immune a quei pregiudizi che potremmo definire inconsci: ci sentiamo più vicini, ad esempio, a coloro che hanno frequentato la nostra stessa università, vivono vicino a noi o hanno il nostro stesso hobby. È una cosa che potremmo considerare normale, ma che in realtà in fase di selezione può portare a commettere gravi errori di valutazione”.
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