La moda cerca il Boutique Manager, ma poliglotta
Le aziende del lusso puntano sempre più sui negozi monomarca, a controllo diretto oppure in franchising, che arrivano ad avere fino a 80 addetti che vanno organizzati e gestiti. Questo genera una crescente richiesta di professionisti capaci di far funzionare i punti vendita dalla gestione del personale alle strategie commerciali, dalle relazioni con il clienti (CRM) al controllo di efficienza del magazzino; per questo la figura del Boutique manager è diventata strategica, con la domanda che supera l’offerta.
Tra le aziende del Quadrilatero della moda, quella del reperimento dei Boutique manager specializzati sulle moderne logiche della distribuzione dei prodotti di marca è una vera e propria priorità che spinge in alto le retribuzioni.
Si registra una crescita del 30% anche per le richieste di Export manager, trainate dagli investimenti delle aziende del Made in Italy per la conquista di nuovi mercati: in particolare, nei mercati considerati di maggior potenziale, come Est Europa, Medio Oriente, Far East e Stati Uniti, si assiste a uno sviluppo distributivo trasversale su negozi propri, franchising e multimarca.
Le competenze richieste agli Export manager si traducono nella capacità di gestire trattative con i partner dei negozi multi marca e con i responsabili acquisti dei grandi centri commerciali, come i Mall e i Department store, per la creazione di punti vendita o di corner monomarca. Inoltre, hanno la responsabilità di raggiungere gli obiettivi di fatturato nelle aree di propria competenza e di individuare nuove opportunità di business. Anche per loro è richiesta la conoscenza delle lingue e lo stipendio medio lordo annuo parte dai 45 mila euro per profili più junior e può superare i 100 mila euro per chi ha almeno 15 anni di esperienza.