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16 Marzo 2017

L’ibrido: un mercato in ascesa nell’automotive

Nonostante lo scandalo Volkswagen faccia da sfondo allo scenario mondiale dell’innovazione con i suoi 6.000 esuberi e le promesse di un governo costretto a studiare soluzione di ammortizzatori sociali, molte sono le riflessioni a riguardo, come molte sono le nazioni che si stanno adoperando per sanare una richiesta sempre più crescente.

Cina e Giappone hanno già fatto propria la tematica dimostrando di essere le uniche a fare, dell’ibrido, una soluzione ideale a medio termine. Non manca la risposta americana che, con la scelta “visionaria” di Tesla, si impegna nella produzione di veicoli a batteria di alta gamma avvalendosi della partnership di sistemi operativi di grande rilievo. L’Italia, il mercato tradizionale per eccellenza, ha preferito impostare una scelta ecologica che ricadesse sul metano e il Gpl costringendo una flessione nel mercato dei motori diesel. Ma l’Europa come si muove rispetto i criteri di omologazione? E le aziende come verranno supportate nella ricerca e sviluppo di nuove soluzioni e prototipi?

Sembra che l’assenza di un sistema di infrastrutture studiato ad hoc vincoli fortemente lo sviluppo di un mercato sempre più sostenibile mentre, paradossalmente, i costruttori mondiali stanno aumentando l’offerta proponendo un numero crescente di modelli realizzati con le diverse “green-technology”. La sensazione è, dunque, che manchi una visione comune per lo sviluppo di infrastrutture indispensabili per l’utilizzo di queste soluzioni (stazioni di ricarica, officine specializzate, etc). Ogni casa automobilistica sopperisce a questa necessità sviluppando progetti in autonomia limitatamente in supporto ai propri prodotti senza, quindi, contribuire alla creazione di una visione di insieme e di standardizzazione.

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