Le referenze, un’arma a doppio taglio
Alla fine di un processo di selezione si auspica che l’azienda cliente arrivi ad una decisione finale, ossia la scelta di una candidatura che sulla base degli incontri fatti risulta la più idonea a ricoprire il ruolo vacante. Parlando di figure professionali legate alla fascia di middle e top management si tratta sempre di un investimento importante sia in termini economici che di responsabilità.
E’ possibile essere certi di non sbagliarsi?
Si può essere sicuri che la persona scelta non si sia semplicemente “venduta” molto bene e si dimostrerà differente nel medio lungo periodo?
La risposta è no…. C’è sempre una percentuale di rischio e alcune aziende per minimizzarlo si affidano anche alle referenze. Le referenze rappresentano l’opinione di una terza parte non coinvolta nell’iter selettivo sul candidato prescelto. Detta così sembra molto utile ed efficacie ma qual è il processo mentale che porta a cercare questo rinforzo decisionale?
L’opinione di una terza parte che ha magari lavorato in passato con il candidato prescelto può aiutare a verificare come questo si comportasse sul posto di lavoro, che tipo di relazione avesse instaurato con i colleghi…. E se l’opinione fosse negativa? Siamo sicuri che il candidato e la terza parte non fossero in cattivi rapporti? Siamo sicuri che il candidato non fosse insoddisfatto del proprio posto di lavoro in quel momento e quindi demotivato?
E inoltre, chi è la terza parte? E’ una persona segnalata dal candidato stesso e quindi la referenza sarà ovviamente ottima o è una persona conosciuta dall’azienda che sta svolgendo la selezione e quindi più neutrale?
Il coinvolgimento di una società di recrutiment nel processo di selezione rappresenta già una opinione neutrale sul candidato selezionato. Fornisce già di per se un elemento di riflessione e confronto importante soprattutto se il candidato ha fatto parte di una rosa di persone incontrate.
Siamo in ogni caso abituati a fornire referenze sul candidato e ritengo possano essere utili ad aggiungere ulteriori elementi di riflessione ma il mio consiglio è comunque quello di non trasformare l’opinione di una terza parte in un elemento determinante la scelta definitiva che comunque va fatta dall’azienda stessa.