Il meraviglioso grande frullatore della consulenza
Nel mercato globale, le società si imbattono in continui cambiamenti che non possono più essere affrontati con le sole risorse interne. Più grande è il business e più sono complesse le strutture interne che devono essere gestite: IT, regolamentari, potenziamento di processi e via dicendo. I consulenti offrono pertanto la possibilità di migliorare i propri processi, senza dover far crescere la struttura interna.
Per far fronte a richieste sempre più specialistiche, le società di consulenza portano a bordo consulenti con competenze verticali sui vari settori e sempre più spesso preferiscono affidare la ricerca di questi profili alle società di Head Hunting.
Spesso infatti questi profili sono difficili da rintracciare, non solo “fisicamente”, dato che i consulenti sono spesso in trasferta dal cliente, anche all’estero, ma soprattutto perché devono possedere una conoscenza specifica del settore e conoscere la normativa di riferimento (che si tratti di energy, banking o telecomunicazioni il consulente deve possedere una conoscenza del settore molto puntuale e la selezione verrà fatta approfondendo questi specifici aspetti). Inoltre oltre all’inglese, spesso il consulente deve conoscere almeno un’altra lingua straniera.
Lavorare all’interno di una società di consulenza è sicuramente sfidante anche da un punto di vista personale: trasferte lunghe, progetti impegnativi, 12 ore di lavoro consecutive. La curva d’apprendimento per i primi 3 anni è un continuo crescere, mentre nella maggior parte dei casi nei successivi anni si rimane fissi sugli stessi progetti che a lungo andare risultano poco stimolanti. Inoltre negli ultimi anni, le macro-divisione di seniority (analyst, consultant, senior consultant, manager, senior manager) risultano meno definite in termini di crescita.
Questi scaglioni delineano inoltre a grandi linee quelli che sono i livelli retributivi: da entry-level fino a 2-3 anni di esperienza arriviamo fino a 33.000 euro, dai 3 ai 7 anni di esperienza arriviamo fino ai 50.000 €, mentre per livelli superiori i pacchetti retributivi iniziano a comprendere anche una parte di variabile in funzione dei risultati commerciali portati nel corso dell’anno.
La motivazione al cambiamento per un consulente, verso un’altra società di consulenza, è soprattutto dato dalla qualità dell’ambiente lavorativo e dal tipo di progetto: molto spesso si è abbandonati dai clienti senza aver nessun riferimento dai propri manager/partner. Le progettualità che si potrebbero seguire in un cambiamento di società sono un punto forte per far leva sulla motivazione dei candidati, in molti casi interessati ai clienti o al progetto innovativo. Il consulente che invece cambia per una società finale cerca motivazioni più personali: vuole essere parte attiva all’interno di un’azienda e non solo un fornitore di servizio.