Aziende italiane acquistate da gruppi multinazionali
Negli ultimi anni centinaia di aziende, marchi storici italiani di successo, sono state acquisite da gruppi multinazionali o fondi d’investimento. La situazione di crisi ha favorito i potenziali compratori ma in alcuni casi un necessario ricambio generazionale nella classe imprenditoriale ha contribuito a creare l’occasione. Si parla di un giro d’affari di almeno 10 miliardi di euro.
Se originariamente erano i settori alimentare e abbigliamento i più toccati da questa dinamica negli ultimi tempi di parla anche di chimica, energia, metalmeccanica o automotive.
Se la prospettiva di far parte di un gruppo multinazionale o di un fondo d’investimento (questo più per le aziende in crisi) può dare delle certezze in termini economici non sempre le fornisce da un punto di vista industriale nel medio lungo periodo.
L’attività di headhunting che svolgiamo giornalmente ci permette di entrare in contatto con figure professionali di medio alto livello nella maggior parte dei casi già occupate e che negli ultimi tempi sempre di più si informano con estrema attenzione a chi “c’è dietro” l’opportunità professionale che presentiamo.
In tal senso la possibilità di collaborare con aziende imprenditoriali italiane (quelle che a volte vengono definite in senso negativo “padronali”) viene vista con maggiore positività dai candidati che non in passato. Questo perché leggono l’interesse di una famiglia a portare avanti un marchio ed un effettivo piano industriale di medio lungo termine.
Qualche giorno fa una persona alla quale ho presentato un ruolo presso lo stabilimento italiano di una multinazionale americana mi ha risposto: “Bellissima azienda ma se tra un anno decidono che l’Italia non è più un buon paese dove produrre e chiudono io che faccio?”
Che si tratti di un’azienda straniera o di “un’azienda padronale”, le persone, in un cambio professionale, valutano con maggior favore un progetto industriale di medio lungo periodo.