Videogiochi e soft skills: quando giocare fa curriculum
Quando il videogioco entra nel Cv
Negli ultimi anni qualche coraggioso ha cominciato ad inserire, nella sezione del curriculum vitae in cui i candidati indicato i propri interessi, la propria passione per il gaming, mentre le aziende e le agenzie di selezione del personale hanno cominciato a prestare sempre maggiore attenzione a questa parte del cv.
Abbiamo quindi chiesto chiarimenti a Beatrice Pontari, Marketing & Innovation Manager di Hunters Group, società di ricerca e selezione del personale. Beatrice descrive un mercato del lavoro in continua evoluzione. In questo contesto, il pensiero delle famiglie si concentra sulla scelta del percorso di studi dei figli: come indirizzarli perché i titoli siano più spendibili in un mondo del lavoro che si sta trasformando e di cui non conosciamo ancora i connotati? Hunters Group da un paio d’anni è attenta quando i candidati inseriscono il gaming nella sezione “Hobby/Interessi” del curriculum. Si approfondisce questa passione nel processo di selezione per comprendere le attitudini naturali dell’intervistato.
“Sino ad ora l’attenzione al gaming proveniva da società informatiche, software house e system integrator, mentre oggi l’interesse si sta allargando ad altre realtà, ad esempio aziende metalmeccaniche che, con l’avvento dell’industria 4.0, stanno acquisendo maggior sensibilità verso il mondo digitale in genere.” – spiega Pontari.
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