Il lavoro artigianale: un’occasione mancata?
Con il termine artigiano ovviamente non intendiamo più la figura professionale intesa come “Chi esercita un’attività (anche artistica) per la produzione (o anche riparazione) di beni, tramite il lavoro manuale proprio e di un numero limitato di lavoranti, senza lavorazione in serie, svolta generalmente in una bottega” (Cit. Treccani) in quanto nel terzo millennio ormai questa figura è radicato solamente in piccole realtà nonché ad aree geografiche e settori ben stabiliti (come la produzione di gioielli e cristalli).
Con lavoro artigianale ad oggi invece intendiamo tutte quelle lavorazioni non in serie;
Nell’ambito tecnico – meccanico infatti è molto ricorrente la necessità di produrre anche solamente un pezzo unico dotato di caratteristiche totalmente costruite ad hoc sulle necessità del cliente.
In un mondo in cui la produzione in serie di grandi lotti la fa da padrone è diventato estremamente complicato produrre un pezzo unico nel suo genere e soprattutto si registra l’assenza di chi potrebbe essere in grado di farlo; ovviamente non viene richiesto l’utilizzo del tornio o della fresa manuale ma delle celeberrime macchine CNC (macchine a controllo numerico) dove l’abilità del nostro artigiano si esalta nella produzione di pezzi singoli.
Secondo uno studio orizzontale di Hunters Group, la figura dell’operatore CNC ad oggi è una delle più ricercate. I giovani infatti (soprattutto quelli provenienti da studi da perito meccanico) snobbano questa tipologia di lavorazione che potrebbe consentir loro non solo una facilità di inserimento nel mondo del lavoro ma addirittura una retribuzione mediamente alta (intorno ai 35k a salire in base alla specializzazione nelle diverse lavorazioni) con ottime prospettive di carriera in quanto, nella maggior parte dei casi, queste figure in 8-10anni di carriera possono anche diventare i responsabili dei reparti meccanici di queste aziende incrementando ulteriormente le competenze e le responsabilità.
Concludiamo quindi con una riflessione: in un paese con un tasso di disoccupazione giovanile così alto perché snobbare questa professione?